Storia
Le origini di Brisighella sono assai antiche. Reperti rinvenuti nella grotta "Tanaccia", in prossimità della strada Monticino-Limisano che conduce a Riolo Terme, dimostrano la presenza di nuclei abitati risalenti al Neolitico e all'Età del'bronzo. In seguito la valle fu occupata da popolazioni di origine celtica, come rivela la necropoli rinvenuta nella frazione di San Martino in Gattara.
Alcuni toponimi fanno invece riferimento a popolazioni galliche: ad esempio citiamo "Rontana" (luogo elevato) e lo stesso 'Brisighella', che qualcuno collega alla radice brix (vetta, altura). Esistono però numerose altre interpretazioni, come quella che vuole il nome derivato dal veneto bressichella (briciola), cioè piccola porzione della Serenissima Repubblica posta in Romagna.
Altri ancora sostengono l'origine greca, facendo riferimento a braxica (cavolo), con riferimento a un luogo adatto alla coltivazione dell'ortaggio.
Quando i Romani occuparono queste terre, vi costruirono la via Faentina (allora denominata via Antonina, da Antonino Pio, 13 d.C.), che diramandosi dalla via Emilia valicava l'Appennino. La strada, non più larga di una mulattiera, era percorsa dalle carovane del sale, provenienti da Cervia e dirette a Roma. Ancora oggi ne troviamo memoria nei toponimi della zona. Quartolo, per esempio, èposto al quarto miglio dall'inizio della strada cominciando a contare da Faenza' "Rio Quinto' al quinto, così come la Pieve del Thò ovvero in ottavo, indica l'ottavo miglio, e Ponte Nono, il nono.
La nascita dell'attuale nucleo abitato è attribuita per tradizione a Maghinardo Pagani da Susinana, considerato il più grande condottiero medioevale delle Romagne. A lui oggi è intitolato il palazzo Municipale, in stile neoclassico.
Nel 1290, sull'asperità dove si trova la Torre dell'orologio, Maghinardo fece erigere, in opposizione a Francesco Manfredi signore di Faenza, una torre in grossi blocchi di gesso, ai cui piedi si andò sviluppando la Brisighella che ancor oggi possiamo vedere.
Arte, storia e architettura a Brisighella si fondono in maniera emozionante. Si, perché restare anche solo per un istante affacciati dalle balconate della Torre, della Rocca oppure del santuario del Monticino significa godere di straordinari panorami e inconsuete prospettive. E mentre da lassù lo sguardo cade sul sottostante borgo, viene spontaneo il desiderio di scoprire in dettaglio i tesori nascosti dietro quegli incantevoli scorci.